Recensione: “Inside Out 2” (2024)

Ero veramente terrorizzato quando ho sentito che la Pixar stava lavorando al sequel di “Inside Out” (2015) perché è uno dei film d’animazione che più mi hanno emozionato e messo in crisi psicologicamente, facendo riaffiorare in me, durante la visione, tante cose del me stesso bambino. Invece devo dire che sono estremamente soddisfatto di quello che ho visto, perché la Pixar non si è snaturata (finalmente dopo la troppa invadenza Disney) e ha mantenuto lo stesso filo conduttore in questo sequel e soprattutto la stessa anima.

Ovviamente con l’arrivo della pubertà nella protagonista, dovevano per forza aumentare le emozioni e creare un gran scompiglio, perché ammettiamolo, la preadolescenza e l’adolescenza sono davvero un gran casino, sia per chi la vive e per chi gli sta in torno. La scelta coraggiosa dei creatori del film è stata quella di focalizzare il tutto in pochi giorni, perché sono proprio certi eventi significativi della vita che ci scombussolano di più e quindi noi spettatori riusciamo proprio ad entrare in sintonia con la protagonista (anche se di Hockey non sappiamo manco le regole) perché tutti abbiamo avuto almeno una volta da adolescenti un momento così breve ed inteso, in qualsiasi ambito, che ci ha letteralmente spezzati e messi a dura prova.

Io personalmente non vivo con l’ansia perenne (per fortuna) ma ho avuto i miei momenti in cui ha preso il sopravvento e mi sono rivisto in pieno in Riley, e ho sentito dentro di me tutte le sensazioni che stava provando nella scena della partita. Penso che la Pixar sia riuscita ad esprimere quello che per molti è impossibile fare e davvero vorrei che tutte le persone che vivono spesso queste situazioni avessero accanto qualcuno che le possa abbracciare e rassicurare come fanno tutte le emozioni all’interno di Riley.

Ho trovato giusto sottolineare gli errori di “Gioia”, perché tutto il suo amore per Riley, facendole dimenticare tanti suoi sbagli, non ha giovato alla crescita della ragazza e l’ha messa in seria difficoltà, facendoci ampiamente capire che tutte le emozioni sono importanti e fondamentali nella crescita di una persona, non ce né una che deve essere davvero predominante, anche se è triste vedere che la madre di Riley ha al comando delle emozioni Tristezza e il padre Rabbia… la gioia da adulti è davvero sempre più flebile e bisogna godersene ogni piccolo momento.

Nel complesso sono ampiamente soddisfatto di tutto e sono sicuro che si andrà avanti con la crescita di Riley in altri film, con tante altre emozioni, però se proprio devo dirlo il primo quando uscì mi colpì emotivamente dall’inizio alla fine e nel mio cuore rimane ancora davanti a questo, però ce ne fossero di opere del genere che in modo così divertente ed intelligente, riescono a portare a galla tutte le nostre debolezze e a farci una piccola seduta di psicoanalisi direttamente sulla poltrona di un cinema.

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