12 emozionanti curiosità su COCO (2017)

1. Appena terminato di lavorare a “Toy Story 3” lo stesso team creativo, capitanato dallo stesso regista Lee Unkrich, si mise al lavoro sul progetto di questo film. Era il 2011 e Coco sarebbe uscito solamente nel 2017.

2. Il regista e molti membri del team viaggiarono diverse volte in Messico per apprendere di più della cultura messicana e soprattutto del “Dìa de los Muertos”.

3. Gli spettatori possono notare la presenza di un particolare fiore in tutto il film, l’unico che sembra essere in fiore anche nella Terra dei Morti. È la calendula azteca, conosciuta più familiarmente oggi come calendula messicana. Questi fiori sono molto importanti nelle celebrazioni del “Dìa de Los Muertos” poiché svolgono il ruolo di guidare gli spiriti dei propri cari defunti.

4. Dante, cane compagno d’avventura del protagonista Miguel è uno Xolo, o Xoloitzcuintli, il cane nazionale del Messico. Si tratta di una razza dal passato antichissimo, nata più di 3500 anni fa e profondamente legata alle origini delle popolazioni mesoamericane. Era infatti considerato il rappresentante di Xolotl, il dio azteco del fuoco e dei fulmini.

5. Gli animatori sono riusciti a copiare il movimento delle dita sulle corde, attaccando delle speciali telecamere a delle chitarre mentre venivano suonate. Perciò ogni volta che vedete Miguel suonare la chitarra, sta suonando le note esatte della canzone.

6. Il cantante Ernesto de la Cruz è ispirato a Pedro Infante e Jorge Negrete, due degli attori e cantanti più iconici dell’epoca d’oro del cinema Messicano.

7. Tutto il cast vocale del film è di origine latina.

8. Il film si è portato a casa due Oscar, Film d’animazione e Canzone Originale (Remember Me). I due autori di “Remember Me” avevano già vinto l’Oscar per “Let It Go” del film “Frozen”.

9. In origine il film doveva intitolarsi “Día de Muertos” e la Disney cercò di registrare il nome come marchio commerciale. Il tentativo della Disney ricevette numerose critiche da parte della comunità messicana negli Stati Uniti, che affermava che il gesto era “un’appropriazione culturale e uno sfruttamento nel peggiore dei modi”. Alla fine la Disney decise di cambiare il titolo del film in “Coco” per non alimentare la polemica.

10. Il film fu un successo colossale con più di 800 milioni di dollari di incasso.

11. I disegni sulla chitarra sono stati realizzati dal figlio dodicenne del regista.

12. In un cameo/omaggio viene mostrata nel mondo dei morti l’artista messicana Frida Kahlo.

Tutti i vincitori degli Oscar 2023!

Miglior Film: EVERYTHING EVERYWHERE ALL AT ONCE

Miglior Regia: I Daniels per Everything Everywhere all at once

Miglior attrice protagonista: Michelle Yeoh per Everything Everywhere all at once

Miglior attore protagonista: Brendan Fraser (The Whale)

Miglior Sceneggiatura Originale: Everything Everywhere all at once

Miglior Sceneggiatura Non Originale: Women Talking

Miglior Film D’animazione: Pinocchio di Guillermo del Toro

Miglior Attore Non Protagonista: Ke Huy Quan per Everything Everywhere all at once

Miglior Attrice Non Protagonista: Jamie Lee Curtis per Everything Everywhere all at once

Miglior Film Internazionale: Niente di nuovo sul fronte occidentale

Miglior Fotografia: Niente di nuovo sul fronte occidentale

Miglior Makeup: The Whale

Miglior Montaggio: Everything Everywhere all at once

Miglior Documentario: Navalny

Migliori Costumi: Black Panther: Wakanda Forever

Miglior Colonna Sonora: Niente di nuovo sul fronte occidentale

Miglior Scenografia: Niente di nuovo sul fronte occidentale

Miglior Canzone: RRR (Naatu Naatu)

Miglior Sonoro: Top Gun: Maverick

Migliori Effetti Visivi: Avatar: La via dell’acqua

Miglior Cortometraggio: An Irish Goodbye

Miglior Cortometraggio Documentario: The Elephant Whisperers

Miglior Cortometraggio Animato: The Boy, The Mole, The Fox and The Horse.

15 struggenti curiosità su “Il paziente inglese” (1996)

1. Tratto dall’omonimo romanzo del 1992 di Michael Ondaatje. Il film vinse 9 Oscar, 6 Bafta, 2 Golden Globe e incassò 230 milioni di dollari.

2. Juliette Binoche vinse l’Oscar come attrice non protagonista e l’orso d’argento a Berlino.

3. Le riprese si sono svolte principalmente in Italia: a Trieste, Marina di Massa, Ripafratta, Venezia, Arezzo, Cinecittà, mentre le riprese del monastero sono state effettuate a Pienza. Le scene del deserto in Africa sono state riprese prevalentemente in Tunisia.

4. Ogni giorno Ralph Fiennes si sottoponeva a una sessione di makeup di cinque ore per riprodurre la pelle fortemente ustionata del suo personaggio. Voleva essere truccato completamente ogni volta anche in zone che non si sarebbero viste poi nel film.

5. Kristin Scott Thomas amava talmente tanto il libro che inviò una lettera al regista con scritto: “Sono la tua Katherine”. La produzione voleva Demi Moore per la parte ma alla fine la spuntò la Scott Thomas.

6. Nel primo montaggio la durata del film era di 4 ore e dieci. Poi ridotte a quasi 3 ore.

7. Juliette Binoche ha definitivamente accettato il ruolo dell’infermiera Hana quando ha letto, nella sceneggiatura del film, la scena in cui Kip Singh mostra alla giovane infermiera gli affreschi sul muro di una chiesa nei dintorni di Pienza.

8. Anthony Minghella prima di girare il film ha riscritto più di venti volte la sceneggiatura.

9. Per la Scott Thomas le parti più difficili da girare sono state le scene d’amore con Ralph Fiennes. In seguito sono diventati grandi amici e hanno lavorato insieme in altri due film.

10. Il personaggio di Kip si chiama così perché era il soprannome da ragazzino dell’autore del libro.

11. Per la parte di László venne provinato anche Daniel Day-Lewis ma fu lui alla fine a non accettare il ruolo, andato a Ralph Fiennes.

12. Juliette Binoche chiese in seguito alla Academy di poter sistemare il suo Oscar perché suo figlio lo aveva rotto giocandoci.

13. A Bruce Willis fu offerto il ruolo della spia canadese David Caravaggio, ma l’attore rifiutò la parte (che andò a Willem Dafoe).

14. Minghella si è rotto una caviglia ad inizio riprese e ha dovuto dirigere gran parte del film con gesso e stampelle.

15. Il British Film Institute lo ha inserito nei cento migliori film britannici del XX secolo.

La storia della vera Erin Brockovich!

Erin Brockovich è una nota attivista ambientale e una personalità pubblica americana che ha raggiunto la fama per la sua lotta legale contro la “Pacific Gas and Electric Company (PG&E”) nel 1990. Grazie al film sulla sua vita, Julia Roberts vinse l’Oscar nel 2001. Questa è la storia della incredibile vita di Erin…

Erin è nata il 22 giugno 1960 a Lawrence, Kansas. Dopo anni alquanto difficili e due divorzi alle spalle, si trasferisce in California con i suoi tre figli. Qui per pura compassione viene assunta come segretaria nello studio legale dell’avvocato Masry. Anche senza nessuna esperienza legale Erin si interessa ad un caso di immobili comprati tutti dalla stessa società californiana, la PG&E che tratta materiale idrico. Quel che colpisce la Brockovich è il fatto che numerosi inquilini di quegli immobili sono colpiti da malattie gravi: dal cancro alla leucemia. Cosa più sorprendente, da una ricerca in archivio, scopre che il cromo (sostanza chimica altamente tossica se non controllata, utilizzata come antiruggine) è presente nell’acqua della regione circostante con una percentuale così alta da essere la causa delle malattie degli abitanti.

A quel punto il piccolo studio legale portò in tribunale il colosso PG&E, che fatturava ai tempi 30 milioni di dollari l’anno. La determinazione di Erin e la sua ricerca intensiva sono state fondamentali per la vittoria del caso, che ha portato ad un risarcimento totale di 333 milioni di dollari in favore dei poco più di seicento residenti di Hinkley nel 1996. Il più grande risarcimento mai versato in un’azione legale nella storia degli Stati Uniti. 

Dopo il successo del film sulla sua vita, diretto da Steven Soderbergh e che portò Julia Roberts a vincere la statuetta come miglior attrice protagonista (Julia fece il discorso di ringraziamento più lungo della storia degli Academy Awards, ben 4 minuti) la Brockovich è diventata una nota attivista ambientale e una oratrice motivazionale. Attualmente è presidente della “Brockovich Research & Consulting”, ed è coinvolta in numerosi progetti ambientali in tutto il mondo. Erin continua a concentrarsi soprattutto sulla difesa delle acque sotterranee e sulla lotta contro le grandi società che operano in modo insostenibile. È anche l’autrice di numerosi libri, tra cui “Superman’s Not Coming: Our National Water Crisis and What We the People Can Do About It” e “Take It from Me: Life’s a Struggle But You Can Win”.

Nel film appare in un cameo nel ruolo di una cameriera chiamata Julia…

La terribile vera storia di Aileen Wuornos!

Aileen Wuornos è stata una serial killer americana attiva negli anni ’80 e ’90, condannata per aver ucciso sette uomini in Florida tra il 1989 e il 1990. Con il film “Monster” (2003), incentrato sulla sua vita, Charlize Theron ha vinto l’Oscar nel 2004.

Nata il 29 febbraio 1956 in Michigan, Aileen ha avuto una vita difficile fin dall’infanzia. Sua madre, Diane Wuornos, era una ragazza adolescente quando l’ha partorita e suo padre, Leo Pittman, era un pedofilo violento che è stato arrestato e condannato per stupro poco dopo la nascita di Aileen. In seguito, sua madre è stata costretta a lasciare Aileen e suo fratello ai nonni e il padre si è impiccato in cella.

Aileen venne maltrattata anche dal nonno alcolista e a 14 anni violentata da un amico di famiglia rimanendo incinta. Il figlio venne poi dato in adozione. In quegli anni lasciò la scuola ed ebbe problemi con la legge con diverse condanne per reati come il furto e la truffa. Iniziò a prostituirsi per guadagnare qualcosa per vivere, mentre nel 1976 sposò il facoltoso settantenne Lewis Gratz Fell. Dopo nove settimane lui chiese l’annullamento del matrimonio e un ordine restrittivo nei suoi confronti.

Aileen nel 1986 iniziò una relazione con Tyria Moore, conosciuta in un locale e diventata il suo grande amore e per mantenere entrambe continuò a prostituirsi.

Nel 1989 ha iniziato a uccidere uomini che aveva incontrato mentre faceva la prostituta. In genere attirava le sue vittime in zone isolate, prima di ucciderle con un’arma da fuoco e rubare i loro soldi e i loro beni. Il primo omicidio, quello di Richard Mallory, è stato descritto come autodifesa da parte della Wuornos, ma le successive vittime non sembravano rappresentare una minaccia per la sua vita.

La polizia, dopo aver trovato diversi cadaveri delle vittime, arrestò Aileen in un bar per motociclisti in Florida nel 1991 ma non riuscì a farle confessare gli omicidi anche a causa della scarsità di prove. Si ricorse all’uso di Tyria come mezzo per ottenere una confessione. Sotto la supervisione della polizia, Tyria fece una serie di telefonate ad Aileen in prigione. Alla fine in una telefonata, Aileen confessò i suoi crimini dichiarando che Tyria non aveva avuto alcun ruolo negli omicidi, scagionandola. Aileen aveva capito che Tyria era stata forzata dalla polizia e volle salvarla da possibili accuse.

Durante il processo Aileen ha dichiarato di aver ucciso gli uomini per autodifesa, sostenendo di aver subito violenze sessuali e abusi da parte di alcuni di loro. Tuttavia, non è riuscita a convincere la giuria e nel 1992 è stata condannata per omicidio di primo grado.

La Wuornos ha continuato a dichiararsi colpevole e ha rinunciato alle sue possibilità di appello. È stata giustiziata per iniezione letale il 9 ottobre 2002, all’età di 46 anni, dopo dodici anni in galera. In quei dodici anni non parlò mai più con Tyria.

La storia di Aileen Wuornos è stata raccontata in vari libri, documentari e film tra cui proprio “Monster” del 2003, con Charlize Theron nel ruolo della Wuornos, per cui ha vinto l’Oscar come miglior attrice protagonista. Nell’opera di Patty Jenkins il ruolo di Tyria venne interpretato da Christina Ricci, cambiandole il nome in Selby Wall e cambiando molto del suo background.

Nel 1992 Jean Smart aveva già interpretato Aileen nel film Tv: “Overkill: The Aileen Wuornos Story”. La Smart dopo la vittoria dell’Oscar da parte della Theron fu molto amareggiata per non aver avuto la stessa possibilità di lavorare su uno script più fedele e crudo e anche di un makeup adeguato.

/ 20 Curiosità da Oscar su “Il Silenzio degli Innocenti” (1991)

1. Il film era già pronto per uscire nel 1990 ma si scelse di aspettare il 1991 per non correre agli Oscar con il favorito “Balla coi Lupi”. La scelta fu azzeccata, infatti nel 1992 vinse i cinque Oscar principali (Film, Regia, Attore Protagonista, Attrice Protagonista e sceneggiatura non originale). Solo tre film nella storia possono vantare questi cinque Oscar: “Accadde una notte” (1934), “Qualcuno volò sul nido del cuculo” (1975) e “Il Silenzio degli Innocenti” (1991).

2. Gene Hackman voleva realizzare a tutti i costi il film, con lui come Hannibal Lecter, ma poi abbandonò l’idea in seguito perché ritenne il personaggio lontano da lui e non adatto.

3. Quando ad Anthony Hopkins venne consegnato il copione da leggere, pensò fosse un film per bambini, in originale il titolo è “The Silence of the Lambs” (Il Silenzio degli agnelli).

4. La prima scelta del regista per il ruolo di Clarice era Michelle Pfeiffer ma non accettò perché non le piacque la sceneggiatura. La Foster non era stata considerata perché al regista non piaceva il suo accento, ma la sua voglia e tenacia nel volere fortemente il ruolo gli fecero cambiare idea.

5. Sean Connery rifiutò la parte di Hannibal Lecter perché trovava lo script rivoltante.

6. Hopkins compare nel film per appena 24 minuti e 52 secondi e recita per meno di 17. Questo gli fruttò comunque l’oscar come protagonista.

7. Il famoso risucchio fatto a denti stretti dopo aver detto a Clarice di aver mangiato il fegato, con un piatto di fave e un buon chianti, fu un’idea di Hopkins e sorprese la Foster che non se lo aspettava.

8. La Foster rimase anche colpita dal racconto di Lecter sulle origini povere e contadine di Clarice, perché non erano in copione e la sua risposta ferita fu del tutto genuina. A fine riprese ringraziò Hopkins per aver smosso qualcosa in lei interiormente.

9. Scott Glenn (Jack Crawford) disse di aver rivalutato la pena di morte dopo aver ascoltato dei nastri di alcuni serial killer mentre torturavano le proprie vittime. Hopkins e la Foster non vollero ascoltarli.

10. Ted Levine (Buffalo Bill) decise di inserire la scena di lui che balla nudo con il pene nascosto fra le gambe, dopo averne parlato con il regista Jonathan Demme. Levine riuscì a realizzarla solo dopo aver bevuto due shot di Tequila.

11. L’attrice Brooke Smith, che interpreta Catherine Martin, ingrassò di oltre 12 kg appositamente per il ruolo.

12. Jodie Foster era realmente intimorita da Hopkins, tanto da non riuscire a chiacchierare fra un ciak e l’altro. A fine riprese Hopkins le disse in realtà che era lui che aveva paura di lei. (Ne parlo meglio in un altro articolo nel sito).

13. Hopkins ha avuto l’intuizione di non sbattere quasi mai le palpebre durante il film.

14. I serial killer Ed Gein, Ted Bundy e Gary M. Heidnik sono state le ispirazioni per il personaggio di Buffalo Bill.

15. Anthony Hopkins disse che una grossa ispirazione per il suo Hannibal Lecter venne dagli interrogatori a Charles Manson.

16. Lecter doveva avere una tuta gialla o arancione dopo il suo spostamento da Baltimora ma Hopkins chiese se fosse possibile vestirlo tutto di bianco, perché secondo lui sarebbe stato un contrasto significativo e avrebbe fatto venire in mente al pubblico un dentista o un medico.

17. L’immagine della locandina del film è ispirata a “In Voluptas Mors”, una foto di Salvador Dalì in posa accanto a un teschio composto da sette donne nude.

18. Jonathan Demme non era soddisfatto della classica cella con le sbarre, così ne fece realizzare una con del Plexiglas.

19. Thomas Harris, l’autore del libro da cui è tratto il film, ha scritto quattro libri in tutto sul personaggio di Lecter e tutti e quattro sono stati portati sul grande schermo. Il primo libro “Red Dragon” due volte, prima nel 1986 con il titolo “Manhunter” con Brian Cox nella parte di Hannibal (il cognome nel film è Lektor) e poi nel 2002 con il titolo omonimo.

Brian Cox

20. Anthony Hopkins ha ripreso il ruolo di Lecter sia nel seguito “Hannibal” (2001) sia nel prequel “Red Dragon” (2002) mentre Jodie Foster non è voluta tornare nei panni di Clarice perché non ritenne il copione all’altezza e venne sostituita da Julianne Moore nel film di Ridley Scott. Nel prequel “Hannibal – Le origini del male” (2007) il giovane protagonista era Gaspard Ulliel, mentre nella serie Tv “Hannibal” (2013-2015) Mads Mikkelsen.

Mads Mikkelsen

/ 10 Curiosità su “Midnight in Paris” (2011)

1. Con 151 milioni di dollari di incasso, questo film è il maggior successo commerciale di Woody Allen. Mai una sua opera aveva superato i 100 milioni di dollari.

2. Michael Sheen e Rachel McAdams durante le riprese sono diventati una coppia. I due sono stati insieme per due anni.

3. Il film fu candidato a quattro Oscar e vinse per la sceneggiatura originale. Allen come sempre però non partecipò alla cerimonia e non ritirò il premio personalmente. L’unica volta in cui Woody presenziò alla serata fu nel 2002, quando si commemorarono le vittime dell’undici settembre 2001.

4. Nel film ci sarebbe dovuta essere anche l’attrice Audrey Fleurot. Il primo giorno di riprese Audrey ha tentato in tutti i modi di salutare e stringere la mano al regista. Ad Allen non piacque per niente questo modo di approcciarsi, troppo diretto per i suoi gusti, e anche per questo ha tagliato praticamente tutte le scene in cui c’era l’attrice.

Audrey Fleurot

5. Tom Hiddleston ha raccontato di aver ricevuto una lettera di tre righe da Woody Allen insieme a quindici pagine della sceneggiatura in cui il regista gli annunciava che avrebbe interpretato Francis Scott Fitzgerald. Hiddleston ha incorniciato la lettera e la espone come una reliquia nel suo studio di casa. Tom però conosceva solo la storia del suo personaggio e poco altro e non capiva perché Owen Wilson sul set fosse vestito con abiti moderni. Gli venne spiegato solo in seguito del viaggio nel tempo del protagonista.

6. In una scena Ernest Hemingway e Gil  visitano Gertrude Stein che sta discutendo con Pablo Picasso. Sul muro (a sinistra nella foto) si vede un ritratto proprio della scrittrice e poetessa statunitense. Si tratta del dipinto di Picasso realizzato nel 1906.

7. Nel 2006 Allen aveva tentato già di girare il film ma pensò fosse troppo costoso. Il protagonista scelto all’epoca era David Krumholtz. 

David Krumholtz

8. Nel film possiamo trovare, nel piccolo ruolo di una guida, Carla Bruni.

9. In una scena Gil e i Fitzgerald visitano il “Chez Bricktop”, lo storico nightclub della cantante e ballerina americana Ada Bricktop Smith, aperto dal 1924 al 1961. Proprio l’artista aveva fatto un cameo nel film “Zelig” (1983) di Woody Allen.

10. Allen non cercava per forza attori identici ai personaggi del passato che avrebbero rappresentano nel film ma di Adrien Brody disse che poteva essere solo lui Salvador Dalì da giovane.

/ 15 Curiosità iconiche su “Quei bravi ragazzi” (1990)

1. Il film si basa sul libro “Il delitto paga bene (Wiseguy)” di Nicholas Pileggi, a sua volta basato sulla vita del pentito Henry Hill. Si decise di intitolare il film “Goodfellas” perché l’originale “Wiseguy” era già il titolo di una serie Tv.

2. Pileggi e Scorsese scrissero poi insieme la sceneggiatura del film. In seguito la collaborazione fra i due continuò con “Casinò” (1995).

3. Joe Pesci anni prima lavorava in un ristorante nel Bronx e disse ad un noto malavitoso locale che lo trovava “buffo”. Il mafioso iniziò a fare l’offeso mettendo Pesci in grossa difficoltà e spaventandolo a morte. Pesci chiese a Scorsese di poter inserire una cosa simile nel film e così nacque una scena indimenticabile.

4. Le prime scelte dei produttori per i ruoli di Henry Hill e suo moglie erano Tom Cruise e Madonna. Vennero ingaggiati Ray Liotta e Lorraine Bracco.

5. Nel film la mamma di Joe Pesci è la vera madre di Scorsese. I dialoghi di tutta la scena con lei presente sono stati improvvisati. La scena era molto più lunga ma la produzione chiese a Martin di tagliarla o accorciarla.

6. Sul set De Niro manifestò del fastidio per la consistenza dei soldi finti. Così il capo attrezzista andò a prelevare 5.000 dollari dal suo conto e finito di girare nessuno presente sul set poté allontanarsi finché tutti i soldi non tornarono nelle sue mani.

7. Il vero Henry Hill ha raccontato che Robert De Niro gli telefonava dalle sette alle otto volte al giorno per discutere su come avrebbe dovuto interpretare Jimmy: voleva persino sapere come teneva in mano la sigaretta mentre fumava.

8. Il padre di Scorsese interpreta il detenuto Vinnie, presente nelle scene ambientate in carcere e accusato di mettere troppa cipolla nel sugo.

9. Il creatore della serie “I Soprano” non ha mai nascosto il suo amore per il film di Scorsese, che lo ha ispirato nel creare la serie. Ben 28 attori presenti nel film, hanno recitato anche ne “I Soprano” con parti più o meno importanti.

10. Sul set Michael Imperioli, interprete di Spider, si ferì ad una mano con un vetro rotto. Fu portato di corsa al pronto soccorso ma i medici in un primo momento si precipitarono a curare le ferite (finte) che aveva sul petto: “Avevo fori di proiettili nel petto e sangue ovunque. Quindi all’ospedale del Queens pensavano che stessi per morire”.

11. Prima di De Niro per la parte di Jimmy Conway vennero contattati Al Pacino e John Malkovich.

12. Il film venne candidato a sei Oscar. Alla fine vinse solo Joe Pesci come attore non protagonista. Gli incassi non furono eccezionali, circa 50 milioni di dollari a fronte di 25 di budget. Nel tempo però l’opera divenne un caposaldo di questo genere.

13. Scorsese vinse il premio per la miglior regia a Venezia.

14. La scena delle coltellate a Billy Batts da parte di Tommy DeVito (Joe Pesci) venne ridotta perché il pubblico agli Screen Test aveva abbandonato la sala per la troppa efferatezza. Le coltellate erano sette e nel montaggio finale divennero quattro.

15. Il film “Il testimone più pazzo del mondo” pessimo titolo italiano di “My Blue Heaven” può considerarsi un sequel di “Goodfellas” perché racconta la vita del pentito Henry Hill dopo i fatti raccontati nel film di Scorsese. Nel film Hill (qui chiamato Vinnie Antonelli) è interpretato da Steve Martin. La sceneggiatura era opera di Nora Ephron moglie di Nicholas Pileggi.