/ 10 Curiosità su “Ladyhawke” (1985)

1. Rutger Hauer doveva interpretare il capitano della guardie e Kurt Russell il protagonista. Quando Russell decise di abbandonare il progetto, il ruolo di Navarre passò ad Hauer che tanto lo desiderava.

2. Per la trasformazione di Isabeau vennero usati tre falchi, mentre per quelle di Navarre ben quattro lupi siberiani.

3. La trama venne fatta passare dalla casa di produzione come una leggenda del tredicesimo secolo… ma in realtà fu frutto solo della fantasia dello sceneggiatore Edward Khamara. Khamara fece causa per questo alla Warner Bros. che lo risarci, senza specificare la somma di denaro.

4. Nell’edizione italiana il film richiama un’ambientazione francese, ma in realtà in originale era italiana. Anche perché fu girato interamente in Italia, fra Abruzzo, Parma, Cremona, Piacenza, le Dolomiti e anche in tante altre location. Tre dei castelli utilizzati erano di proprietà di Luchino Visconti e della sua famiglia.

5. La chiesa che si vede nelle scene finali invece venne ricostruita a Cinecittà, facendola assomigliare il più possibile alla Chiesa di San Pietro in Tuscania (Viterbo).

6. Michelle Pfeiffer non era mai stata fuori dagli Stati Uniti per girare un film e restò in Italia per cinque mesi. Per resistere alla nostalgia della famiglia iniziò a dipingere e le piacque così tanto che anche oggi dipinge come hobby.

7. La colonna sonora di Andrew Powell venne molto criticata perché troppo rock e con sonorità troppo moderne rispetto all’ambientazione del film, ma Richard Donner voleva che il pubblico si caricasse durante la visione e con gli strumenti dell’epoca non sarebbe stato possibile.

8. Il direttore della fotografia è il grande Vittorio Storaro, Oscar per “Apocalypse Now”, “Reds” e “L’Ultimo Imperatore”.

9. Loris Loddi doppia in italiano Matthew Broderick. Loddi nel film interpreta però anche un personaggio, Jehan, ma per non avere due voci uguali, è stato doppiato da Alvaro Gradella.

10. Il film è stato un flop al botteghino ma come spesso accade è diventato un cult col tempo.