/ 12 Curiosità su “Lo chiamavano Trinità…” (1970)

1. Il film arrivò secondo come incassi nella stagione 1970/71, dietro solo a “Per Grazia Ricevuta” di Nino Manfredi, con un incasso totale di oltre 3 miliardi di lire: circa 27 milioni attuali. 

2. Il film ebbe un successo clamoroso in tutto il mondo, anche negli Stati Uniti dove uscì con il titolo “They Call Me Trinity”. Dopo aver fatto uscire anche negli U.S.A il sequel “… continuavano a chiamarlo Trinità” con il titolo “Trinity Is Still My Name”, vennero riproposti vecchi film della coppia Hill/Spencer chiamandoli “I Trinity Boys”, anche se ovviamente Trinità non c’entrava nulla. Da quel momento negli Stati Uniti la coppia è conosciuta come “I Trinity Boys”

3. Terence Hill ha raccontato che prima di girare la scena dei fagioli aveva digiunato per 36 ore di fila, e che quella padella la finì veramente tutta quanta! La sua prova fu talmente convincente che il regista Enzo Barboni non ritenne di dover girare altri ciak.

4. Il lettino di legno su cui si sdraia Trinità nel film per farsi trascinare dal suo cavallo è un oggetto realmente esistente chiamato Treggia, ed è una struttura che veniva utilizzata dai nativi americani che abitavano le Pianure del Nord per trascinare carichi sulla terra trasportati dai cavalli o dai cani.

5. Il lungometraggio è stato girato praticamente tutto nel Lazio! La scena della cascata fu ripresa presso le cascate di Monte Gelato, all’interno del parco della Valle del Treja, fra Roma e Viterbo. Il villaggio western fu costruito negli studi di produzione della De Laurentis, lungo la Via Pontina. Altre scene in esterna furono girate a Campo Imperatore, altre invece nel Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, tra Abruzzo e Lazio. Le scene all’inizio e alla fine del film, quando Terence Hill vaga per il deserto ed entra a mangiare nella locanda, sono state girate in una cava di tufo alla periferia di Roma: oggi in quei luoghi c’è l’autostrada A91 che porta all’aeroporto di Fiumicino. 

6. Il piccolissimo comune di “Camerata Nuova” in provincia di Roma, insignì a Bud Spencer e Terence Hill la cittadinanza onoraria, come riconoscimento per aver girato il film presso la loro cittadina e per ringraziarli del tantissimo turismo nato dopo il successo del film.

7. Il primo che fu coinvolto per la parte di Trinità fu Franco Nero: all’epoca l’attore era già un volto iconico del western grazie a “Django” di Sergio Corbucci e aveva già vinto diversi premi. Nero però rifiutò il ruolo, ritenendo che il copione fosse poco interessante. Al che vennero coinvolti Luigi Montefiori, in arte George Eastman, e Pietro Martellanza, in arte Peter Martell. Furono Hill e Spencer a spingere per essere loro i protagonisti del film dopo aver sentito parlare di quella sceneggiatura che nessun produttore voleva realizzare.

8. Terence Hill per allenarsi a dare schiaffi con la giusta intensità ha preso per tre mesi a sberle una colonna all’ingresso della sua casa. La cosa sorprese la moglie, Lori Zwicklbauer, che aveva appena sposato, che pensava fosse improvvisamente impazzito.

9. Nel 1989 uscì la VHS del film e nel 1992 fu fra le prime dieci più vendute in Italia. All’epoca i suoi passaggi televisivi portavano sempre una media di undici milioni di persone davanti allo schermo.

10. Quando nel film “Django Unchained” esplode Candyland e Jamie Foxx si allontana si può sentire che in sottofondo parte il brano “Trinity: Titoli”, di Franco Micalizi, scritta apposta per “Lo chiamavano Trinità”. Quando il testo della canzone ad un certo punto dice “You may think he’s a sleepy tired guy”, ovvero “Potresti pensare che sia un ragazzo assonnato e stanco” la cosa descrive alla perfezione il personaggio di Trinità, ma non Django, Tarantino allora l’ha coperta con il suono di una esplosione.

11. Il manifesto fu realizzato per l’allora casa di distribuzione “Delta Film” dal cartellonista italiano Renato Casaro. L’artista italiano avrebbe collaborato con il duo fino all’ultimo film realizzato assieme e cioè “Botte di Natale” (1994).

12. Nel 1995 è uscito “Trinità & Bambino… e adesso tocca a noi!” che racconta le vicende dei figli dei due protagonisti, interpretati da Keith Neubert (Bambino Jr.) e Heath Kizzier (Trinità Jr.). Il film diretto sempre da Enzo Barboni non ebbe successo.