/ Recensione: AVATAR – La via dell’acqua (2022)

Classificazione: 3 su 5.

Dopo ben tredici anni dall’uscita del primo film ecco finalmente arrivato questo secondo capitolo di una saga che nella mente di James Cameron ne avrà in totale cinque. La prima cosa che posso dire dopo la visione di questo film è che per due terzi è uno straordinario, stupendo, meraviglioso ed incredibile… documentario! Ora vi spiego meglio il mio pensiero.

Guardando l’opera di Cameron si rimane letteralmente basiti dalle immagini che ci si propongono davanti, e non ci si capacita che nulla di quello che vediamo esista realmente. Il primo film ci aveva sbalordito, ma dall’epoca ad oggi tutto è cambiato e il pubblico ha già ammirato tantissimi film realizzati con motion o performance capture, ma comunque il risultato è qualcosa di unico e con il 3D tangibile come non mai. Ma proprio questa accuratezza del mondo di Pandora, soprattutto della parte acquatica in questo caso specifico, risulta alla lunga un incredibile documentario di Discovery Channel, che sacrifica gran parte della sceneggiatura e alla lunga risulta ripetersi.

Nell’ultima delle tre ore invece si concentra completamente tutta l’azione e la parte emotiva del lungometraggio, questo però sbilancia molto il tono generale e magari un maggiore equilibrio fra tutte le componenti avrebbe giovato di più, sia al ritmo del film, che comunque non mi ha mai annoiato, che alla trama, che come il primo capitolo del 2009 risulta molto semplice e di facile comprensione a qualunque età, ma che si focalizza principalmente sul tema della famiglia.

Invece che Jake Sully e Neytiri, i veri protagonisti sono proprio i loro figli e il loro approccio al mondo che li circonda, fatto di meraviglie minacciate però dall’uomo. Diventando loro il fulcro dell’opera ho trovato però Jake abbastanza piatto nel suo ruolo di padre, fino all’ultima parte, ma soprattutto il mio dispiacere più grande va al ruolo di Neytiri. Nel primo film era veramente “cazzutissima”, con un carattere e una personalità impagabili, mentre qui viene sempre tenuta al suo posto e spesso zittita e solo alla fine “esplode” ma lo fa solo perché colpita a livello emotivo… non perché finalmente la sua vera identità è tornata a mostrarsi… peccato.

Probabilmente il personaggio con più potenziale, ancora però poco espresso, di sicuro per mostrarlo nei prossimi sequel, è quello di Kiri. Cresciuta come figlia da Jake e Neytiri, ma nata, non si sa come, dall’Avatar della Dottoressa Grace Augustine. La cosa incredibile è che Sigourney Weaver grazie alla performance capture ha interpretato anche la piccola Kiri… e ad donato una grande dolcezza a questo ruolo, che di certo diventerà sempre più fondamentale all’interno della saga.

Alla fine di tutto penso sempre che tredici anni fra il primo e questo siano davvero troppi, ma Cameron di certo non scende mai a compromessi e va per la sua strada, e gli incassi anche di questa opera gli stanno dando ragione, anche perché è veramente un delitto non andare al cinema ad ammirare questa magnificenza visiva che riempie gli occhi come non mai prima…

P.s: però se sento ancora la parola “Bro” sbrocco!!!