
1. Inizialmente alla regia c’era Todd Phillips (Una notte da leoni, Joker) ma abbandonò il film per contrasti con Sacha Baron Cohen che voleva gestire il progetto al 100%.
2. Baron Cohen ha avuto l’ispirazione per Borat da un medico russo che ha incontrato una volta e che secondo lui era inconsapevolmente esilarante.

3. L’F.B.I è stata contattata più volte da diversi cittadini che si erano preoccupati per un uomo mediorientale che viaggiava su un camion dei gelati.
4. La Polizia è stata chiamata in totale 92 volte durante le riprese!
5. Sacha è nato in una famiglia ebrea ortodossa e tra gli scopi dichiarati del suo film c’era proprio la denuncia dell’antisemitismo. Secondo lui serviva un personaggio misogino, razzista e antisemita per rivelare i pregiudizi delle persone americane.
6. Il governo del Kazakistan protestò ufficialmente contro il film bandendo la sua distribuzione e intentando una causa legale contro Baron Cohen. In seguito però dato l’aumento del turismo nello stato Kazako il ministro degli esteri ringraziò Sacha e fece diventare il tormentone “Very Nice” lo slogan ufficiale dell’ente turismo.

7. Vennero intentate una decine di cause legali contro il film da parte di diversi cittadini comparsi nel film che non sapevano fosse un finto documentario. Nel mondo arabo venne vietata la visione tranne che in Libano.
8. La lingua parlata da Borat non è veramente kazako, ma un misto di polacco, ebraico, armeno e inglese, camuffato con un accento est-europeo.
9. L’attore Ken Davitian, che interpreta il personaggio di Azamat Bagatov, recita in armeno, la sua lingua madre.

10. Le scene ambientate in Kazakistan sono state girate in realtà nel villaggio di Glod, in Romania. L’intero villaggio fece causa alla produzione per come erano stati rappresentati, chiedendo 38 milioni di euro di risarcimento. La richiesta fu respinta.
11. Il vero titolo del film è: “Borat – Studio culturale sull’America a beneficio della gloriosa nazione del Kazakistan”.

12. La cantante macedone Esma Redzepova intentò causa ai produttori del film, chiedendo un risarcimento di 800mila euro perché sarebbe stata utilizzata la sua canzone “Chaje Šukarije” senza il suo permesso: l’artista ricevette alla fine 26mila euro, in quanto si scoprì che Baron Cohen aveva chiesto ed ottenuto il permesso di utilizzare la canzone dalla casa discografica della cantante, che però non le aveva comunicato nulla.
13. Oltre a Baron Cohen, gli unici altri veri attori che sapevano che il film fosse un finto documentario erano Pamela Anderson, Ken Davitian, il comico Luenell Campbell e Adrian Cortez.
14. Baron Cohen rischiò seriamente il linciaggio della folla al rodeo quando cantò l’inno Kazako sulle note di quello americano.

15. Con un budget di 18 milioni di euro ne incassò la bellezza di 262 di milioni nel mondo e venne candidato all’Oscar per la sceneggiatura originale. Sacha decise di far passare molto tempo prima di realizzare un sequel perché in quel periodo il personaggio era diventato troppo famoso. Girò il secondo film durante la pandemia in gran segreto e uscì con il titolo “Borat – Seguito di film cinema. Consegna di portentosa bustarella a regime americano per beneficio di fu gloriosa nazione di Kazakistan.” Vinse due Golden Globe e venne candidato agli Oscar per sceneggiatura non originale e Attrice non protagonista (Maria Bakalova).