Ero veramente terrorizzato quando ho sentito che la Pixar stava lavorando al sequel di “Inside Out” (2015) perché è uno dei film d’animazione che più mi hanno emozionato e messo in crisi psicologicamente, facendo riaffiorare in me, durante la visione, tante cose del me stesso bambino. Invece devo dire che sono estremamente soddisfatto di quello che ho visto, perché la Pixar non si è snaturata (finalmente dopo la troppa invadenza Disney) e ha mantenuto lo stesso filo conduttore in questo sequel e soprattutto la stessa anima.
1. Il film si basa su una storia originale chiamata “The Bear and the Bow”, ideata dalla regista del film Brenda Chapman nel 2008. La Chapman voleva realizzare una fiaba che parlasse del rapporto difficoltoso con sua figlia.
2. Durante la lavorazione al film la Chapman abbandonò il progetto dopo delle divergenze con il direttore creativo della Pixar John Lasseter. Venne sostituita da Mark Andrews che ribattezzò l’opera “Brave”. La Chapman e Andrews vennero considerati entrambi registi del lungometraggio.
Ed eccomi qui a parlare dell’ultima opera Pixar, che sulla carta poteva essere un grande capolavoro, vista l’idea di base, ma che alla fine si è rivelato un film decisamente banale.
1. L’idea originale del film è basata su una coppia di giocattoli che John Lasseter aveva da bambino, sui quali sono costruiti i personaggi di Woody e Buzz.
2. Nello script iniziale, l’interesse amoroso di Woody sarebbe dovuta essere una Barbie, ma Mattel rifiutò il consenso ad inserire la bambola nel film perché credeva che la pellicola sarebbe stata un flop. Dopo il successo del primo capitolo invece, tornò sui suoi passi: Barbie infatti appare in “Toy Story 2 – Woody e Buzz alla Riscossa”.
1. Appena terminato di lavorare a “Toy Story 3” lo stesso team creativo, capitanato dallo stesso regista Lee Unkrich, si mise al lavoro sul progetto di questo film. Era il 2011 e Coco sarebbe uscito solamente nel 2017.
2. Il regista e molti membri del team viaggiarono diverse volte in Messico per apprendere di più della cultura messicana e soprattutto del “Dìa de los Muertos”.
3. Gli spettatori possono notare la presenza di un particolare fiore in tutto il film, l’unico che sembra essere in fiore anche nella Terra dei Morti. È la calendula azteca, conosciuta più familiarmente oggi come calendula messicana. Questi fiori sono molto importanti nelle celebrazioni del “Dìa de Los Muertos” poiché svolgono il ruolo di guidare gli spiriti dei propri cari defunti.
4. Dante, cane compagno d’avventura del protagonista Miguel è uno Xolo, o Xoloitzcuintli, il cane nazionale del Messico. Si tratta di una razza dal passato antichissimo, nata più di 3500 anni fa e profondamente legata alle origini delle popolazioni mesoamericane. Era infatti considerato il rappresentante di Xolotl, il dio azteco del fuoco e dei fulmini.
5. Gli animatori sono riusciti a copiare il movimento delle dita sulle corde, attaccando delle speciali telecamere a delle chitarre mentre venivano suonate. Perciò ogni volta che vedete Miguel suonare la chitarra, sta suonando le note esatte della canzone.
6. Il cantante Ernesto de la Cruz è ispirato a Pedro Infante e Jorge Negrete, due degli attori e cantanti più iconici dell’epoca d’oro del cinema Messicano.
7. Tutto il cast vocale del film è di origine latina.
8. Il film si è portato a casa due Oscar, Film d’animazione e Canzone Originale (Remember Me). I due autori di “Remember Me” avevano già vinto l’Oscar per “Let It Go” del film “Frozen”.
9. In origine il film doveva intitolarsi “Día de Muertos” e la Disney cercò di registrare il nome come marchio commerciale. Il tentativo della Disney ricevette numerose critiche da parte della comunità messicana negli Stati Uniti, che affermava che il gesto era “un’appropriazione culturale e uno sfruttamento nel peggiore dei modi”. Alla fine la Disney decise di cambiare il titolo del film in “Coco” per non alimentare la polemica.
10. Il film fu un successo colossale con più di 800 milioni di dollari di incasso.
11. I disegni sulla chitarra sono stati realizzati dal figlio dodicenne del regista.
12. In un cameo/omaggio viene mostrata nel mondo dei morti l’artista messicana Frida Kahlo.