
1. Giancaldo, il paesino in cui è ambientato il film, non esiste.
Tornatore ha preso in prestito il nome dal monte che sovrasta il suo paesino natìo, Bagheria. La location principale delle riprese fu Palazzo Adriano.
2. La scena dell’addio di Totò che lascia il borgo natìo per andare a Roma è ispirata al Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, nel passo in cui dice che i siciliani dovrebbero andare tutti via dall’isola prima di compiere 16 anni, perchè dopo quell’età tutti i difetti dei siciliani si sono già formati e la “crosta” sedimentata.
3. Per realizzare la scena più famosa della sua pellicola, quella in cui nella sala vuota del cinema viene proiettato il montaggio dei baci censurati da don Adelfio, Tornatore avrebbe voluto inserire il bacio tra Orson Welles e Rita Hayworth in “La Signora di Shanghai”, ma il costo era esorbitante: 700.000 dollari per un estratto di 2 secondi.

4. Il personaggio di padre Adelfio è ispirato a Don Carmelo Buttitta, che gestiva il cinema parrocchiale della Chiesa del santissimo Sepolcro.
Il prete guardava ogni film la mattina nella sala vuota e segnava tutte le scene da tagliare perché ritenute peccaminose.
5. Il film quando uscì fu un flop di critica e pubblico e fu tolto da molte sale dopo un fine settimana.
Si disse che a decretarne l’insuccesso fosse stata l’eccessiva lunghezza.
In principio durava quasi tre ore, poi due ore e mezza e infine due ore.
A farne le spese fu l’attrice Brigitte Fossey, che interpretava Elena da adulta, la sua parte fu completamente cancellata.
Al Festival di Berlino, poi, dove il film era stato invitato, Tornatore decise di ritirare la propria partecipazione a causa di una sortita indelicata del direttore del festival.
Si aprì una querelle che fu il preludio per l’invito ufficiale al festival di Cannes.

6. Il film vinse il gran premio della giuria a Cannes, l’Oscar come Miglior film straniero nel 1990, un Golden Globe e 5 Bafta Awards.

7. Il personaggio di Alfredo è ispirato al fotografo e proiezionista bagherese Mimmo Pintacuda, amico e maestro dello stesso Tornatore.
8. Dalla sequenza finale dei “baci tagliati” è nata l’idea per un libro, “Il collezionista di baci”, sempre di Giuseppe Tornatore.
A proporla al regista fu un esercente del suo paese, Filippo Lomedico che nel suo archivio conservava una ricca collezione di fotografie dei baci classici dei film di una volta.

9. L’edificio del cinema nella realtà non esiste, venne costruito interamente e al termine delle riprese smontato.
Le riprese all’interno del cinema sono della Chiesa di Maria Santissima del Carmelo a Palazzo Adriano.
10. Il regista Giuseppe Tornatore appare nel film nei panni del proiezionista nella scena finale dei baci tagliati dal vecchio Alfredo. Tornatore chiese a Federico Fellini di apparire in quella scena, però il regista riminese rifiutò.
