/ La vera storia che ispirò “Benvenuti a Marwen” (2018)

L’8 Aprile 2000 il carpentiere appassionato di modellismo Mark Hogancamp si trovava in un bar, dove lavorava ogni tanto la sera quando non era troppo ubriaco, e dopo qualche bevuta iniziò a parlare a voce alta delle sue passioni fra cui quella di indossare scarpe da donna. Cinque uomini omofobi ed estremisti di destra presenti nel locale non apprezzarono quelle parole e lo aspettarono fuori per poi pestarlo quasi a morte…

Mark restò in coma per nove giorni e quando si risvegliò aveva perso diverse capacità motorie e buona parte della sua memoria. Dopo una lunghissima riabilitazione in ospedale Mark tornò a casa ma a quel punto la parte difficile era il cercare di tornare ad una vita più o meno normale e soprattutto sforzarsi di rimettere insieme i pezzi della sua memoria andata in frantumi.

Ma quello che non sapeva ancora Mark è che dal quel momento iniziò una vera e propria seconda vita per lui. Scoprì di essere divorziato, di essere un alcolista e di avere un passato in Marina Militare. A quel punto per far tornare le mani a pieno regime iniziò a creare dei piccoli modellini in scala 1:6. Più andava avanti a creare questi piccoli personaggi più iniziò a pensare di renderli dei veri abitanti di un piccolo paese in Belgio durante la seconda guerra mondiale. E così il suo giardino si popoló di un vero e proprio piccolo mondo.

Il nome completo della città immaginaria era MARWENCOL, che univa il suo nome Mark, più le due donne che ricordava di aver amato in passato, Wendy e Colleen. Nel paese lui si rappresentò come un eroe antinazista, circondato da diverse donne, caratterialmente molto diverse, che lo aiutavano in ogni occasione e ogni avvenimento che lui raccontava attraverso i personaggi rappresentava un passaggio della sua vita che stava riaffiorando nella sua memoria. Il tutto veniva immortalato con una sua vecchia macchina fotografica, fino a quando il fotografo professionista David Naugle rimase molto colpito dai suoi scatti e dall’idea che li aveva ispirati. Così li fece pubblicare in una rivista specializzata e poi organizzò per lui una mostra fotografica a New York.

Da quel momento Mark è ufficialmente rinato e nel 2010 un bel documentario intitolato “Marwencol-Il villaggio delle bambole” ha fatto conoscere al mondo intero la sua storia, che poi ha portato Robert Zemeckis ad appassionarsi così tanto da realizzarne un film nel 2018, che unisce live-action ad animazione digitale con Steve Carell protagonista.

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