/ Recensione: THE CROWN (Stagione 5)

Cercherò di limitare la mia recensione solamente alle sensazioni che mi ha fatto provare, a come ho trovato le prove attoriali e la realizzazione tecnica, senza addentrarmi su quanto sia attendibile la ricostruzione storica, visto che su quella le polemiche imperversano da prima che uscisse ancora su Netflix. Di sicuro ci sono pro e contro ma ammetto che questa stagione non mi ha coinvolto appieno come le altre e soprattutto come la precedente quarta stagione.

Sarà che i fatti raccontati sono avvenuti da relativamente così poco tempo che in tanti hanno già visto e letto di tutto e quindi spesso le immagini sembrano più frame documentaristici, che non ci trasmettono però le emozioni giuste che magari ci avevano fatto provare i personaggi delle stagioni passate. Per esempio, è ovvio che è molto bello vedere Diana con il famoso “Revenge Dress” ma lo vediamo e basta senza capire nulla della strategia di fondo che c’era dietro quel “semplice” vestito… che semplice non era affatto.

La trama come già detto era molto conosciuta e quindi probabilmente erano gli attori che dovevano fare la differenza con i loro personaggi, e c’è chi c’è riuscito e chi molto meno.

La Debicki dall’alto del suo metro e novanta è stata comunque una scelta azzeccata. È davvero molto somigliante alla vera Diana e di sicuro ci ha messo tutta se stessa per imitarla in ogni gesto, espressione e portamento, anche se essere identiche non vuol dire però trasmettere sempre grandi emozioni, e di certo la Diana giovane di Emma Corrin della quarta stagione mi aveva emozionato di più.

Imelda Stauton come Regina Elisabetta II è sì credibile e anche somigliante ma la sua bravura non è emersa, perché nelle prime puntate è quasi un personaggio secondario e poi andando avanti non ha mai avuto dei momenti in cui ha davvero impressionato. Claire Foy e Olivia Colman erano risultate più incisive nelle stagioni passate, ma forse avevano rappresentato la regina in periodi storici in cui la sovrana aveva decisamente avuto più impatto sui suoi sudditi e anche sul mondo intero, mentre qui ormai vive in una bolla dorata che potrebbe scoppiare da un momento all’altro.

Decisamente superiore Jonathan Pryce come principe Filippo. Davvero impeccabile ogni suo momento in scena che ha oscurato gran parte del resto del cast, e anche un plauso a Lesley Manville, la sua principessa Margaret è risultata molto più convincente di quella della Bonham Carter e il suo momento con il colonnello Townsend è stato davvero toccante.

Infine vorrei parlare di Dominic West nei panni di Carlo. Ovviamente non ci vuole un genio per capire che è un casting davvero pessimo, ma non per la sua performance, perché l’ho trovata davvero una buonissima prova. Ha davvero dato tanto a questa stagione e la scena del suo incontro con Diana dopo il divorzio (molto bella per quanto poco credibile) ha mostrato il suo grande valore di attore ma non c’è mai stata una sola volta in cui ho pensato fosse Carlo, poteva essere chiunque ma non lui. Davvero un peccato, perché Josh O’Connor era stato strepitoso e impeccabile nelle stagioni precedenti.

Ovviamente è innegabile che la messa scena è sempre straordinaria e perfetta esteticamente, come anche la gestione di certe puntate, fra tutte forse quella che spicca è la terza, sull’ascesa di Mohamed Al-Fayed e di come si sia avvicinato alla corona attraverso il potere e il denaro… ma in questa nessun membro della corona è presente e questo forse la dice lunga sulla stagione intera.

Sicuramente una stagione con alti e bassi in cui Diana è decisamente il fulcro assoluto (l’intervista alla BBC meritava una stagione intera da sola per essere davvero incisiva) ma che non arriva al cuore e penso che Lady D meritasse davvero di più…

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