15 Curiosità su “Il labirinto del fauno” (2006)

1. Nella prima concezione della storia una donna incinta si innamorava di un Fauno e per lui sacrificava il figlio che aspettava, in modo da vivere insieme per sempre.

2. Guillermo del Toro aveva riempito quaderni di appunti, idee e storyboard. Un giorno li dimenticò sul retro di un taxi a Londra. Questo lo spinse a pensare che fosse la fine del progetto che aveva tanto a lungo inseguito. Tuttavia il tassista che ritrovò gli appunti capì la loro importanza e riuscì a farglieli riavere.

3. Il film è girato in spagnolo e del Toro ha curato personalmente i sottotitoli in inglese perché non si fidava dei traduttori dopo gli errori di traduzione nei suoi vecchi lavori.

4. Doug Jones era l’unico attore non spagnolo del film e non avendo tempo per studiare la lingua, imparò a memoria i suoi dialoghi e anche quelli della protagonista Ivana Baquero, per capire quando sarebbe stato il suo turno sul set. Alla fine però del Toro lo fece doppiare dall’attore teatrale Pablo Adán.

5. Ci volevano almeno cinque ore al giorno per truccare Jones da Fauno. Jones nel film è anche L’uomo pallido.

6. La protagonista doveva avere otto anni ma il provino di Ivana Baquero (undicenne) impressionò così tanto del Toro, che decise di rendere Ofelia un po’ più grande nella sceneggiatura.

7. L’idea della creatura venne a del Toro da un sogno lucido ricorrente avuto da bambino secondo cui, a mezzanotte, osservava un fauno sbucare da un orologio appartenuto al nonno; il design finale del Fauno subì diverse modifiche al fine di renderlo maggiormente legato alla natura.

8. Il terrificante Uomo Pallido, che ha sui palmi delle mani degli squarci nei quali inserisce i suoi occhi, è basato su uno yōkai (mostro della mitologia giapponese) chiamato “tenome” (occhi sulle mani). La scena in cui divora due fate si rifà al quadro “saturno che divora i suoi figli” di Goya.

9. La scena in cui un giovane contadino viene picchiato in volto da Vidal con una bottiglia di vetro si rifà a due episodi realmente accaduti a cui assistettero da giovani Del Toro e alcuni suoi amici nelle zone malfamate in cui il regista crebbe in Messico.

10. Del Toro rinunciò al suo intero stipendio per assicurarsi che i requisiti del budget fossero rispettati, perché a detta sua il film era realizzato per il suo messaggio e non per il profitto.

11. A fronte di un budget di 19 milioni di dollari ne incassò 83 di milioni e fra i tantissimi premi vinse anche tre Oscar (fotografia, scenografia e trucco)

12. Le rovine che si vedono all’inizio appartengono ad una vecchia città, Belchite, che venne distrutta durante la guerra civile spagnola e mai ricostruita. Le stesse rovine vennero usate da Terry Gilliam nelle sue avventure del Barone di Munchausen.

13. Stephen King vide il film in una delle prime proiezioni con del Toro a fianco e rimase alquanto scosso da tutta la scena de “l’uomo pallido”. Per del Toro la reazione di King fu il migliore dei “premi”.

14. L’artista Bjork rimase talmente colpita dalla visione del film che subito dopo compose la sua canzone “Pneumonia”.

15. L’albero in cui Ofelia deve addentrarsi durante la prima prova ha una conformazione che ricorda sia le corna del Fauno che l’apparato genitale femminile (che riappare nel libro magico quando Carmen è in procinto di partorire), rimando al concetto di fertilità e rinascita.

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