
1. La sceneggiatura del film è liberamente ispirata a un racconto a spunto autobiografico del 1978, scritto dall’ex giornalista austriaca Ingeborg Day, in arte Elizabeth McNeill. Il racconto narrava della difficile relazione di una mercante d’arte con un uomo d’affari, e traeva ispirazione da reali vicende dell’autrice.
2. Il noto pornoattore Ron Jeremy ebbe il ruolo di “consulente tecnico” per le scene erotiche del film.

3. Il ruolo della protagonista è stato offerto ad attrici come: Isabella Rossellini, Kathleen Turner, Dominique Sanda, Isabelle Adjani, Tatum O’Neal, Teri Garr, Kate Capshaw, Andie MacDowell, Jacqueline Bisset e Sigourney Weaver. Venne ingaggiata Kim Basinger che ai tempi aveva pochissimi film all’attivo e grazie a questo divenne una star.

4. Il film è noto anche per la celebre hit di Joe Cocker ” You can leave your hat on”. Non tutti sanno che la canzone è una cover di un pezzo di Randy Newman del 1972.
5. Sam Shepard abbandonò all’ultimo il ruolo del protagonista che così passò a Mickey Rourke che divenne un sex symbol a livello globale.

6. La pellicola, in realtà, durava più di tre ore ma il regista decise di tagliare le sequenze più controverse: i due protagonisti alle prese coi barbiturici, il loro reciproco patto suicida, Elizabeth ammanettata al letto e il suo crollo psicologico nell’epilogo. Kim Basinger conserva, ancora, una copia integrale del film.
7. Rourke perse 15 kg per interpretare John Gray.
8. Il regista Adrian Lyne decise di tenere lontani fuori dal set i due protagonisti e cercò in tutti i modi di incrinare psicologicamente Kim Basinger per far trasparire quella fragilità sullo schermo. Ovviamente in seguito quando si seppe la cosa Lyne venne aspramente criticato.

9. Il film è girato in sequenza.
10. Per il look di Elizabeth, il regista si è ispirato alla Grace Kelly de “Il delitto perfetto” (1954) di Hitchcock.
11. Il regista fece schiaffeggiare realmente Kim da Rourke.
12. Le gambe dell’autoerotismo in galleria non sono della Basinger, così come il corpo nudo nella sequenza del ghiaccio.

13. Il film fu un flop negli Stati Uniti, con solo sette milioni di dollari di incasso ma in Europa andò molto meglio e soprattutto sul mercato Home Video ebbe un enorme successo in patria, tanto da diventare un cult.
14. Kim Basinger rivelò in seguito che baciare Mickey Rourke era come baciare un posacenere umano.
15. Nel 1997 uscì solo per il mercato Home Video il sequel “9 settimane e mezzo – La conclusione”. Mickey Rourke tornò nei panni del protagonista, mentre Kim Basinger declinò. Angie Everhart interpretò la coprotagonista, sorellastra del personaggio interpretato dalla Basinger nel primo film.
