1. Il film prende spunto dal libro omonimo di Andrew Neiderman del 1990. Anche lì la trama si reggeva sulla corruzione dell’animo umano e del libero arbitrio.
2. Keanu Reeves si abbassò clamorosamente il cachet per far si che la produzione potesse ingaggiare Al Pacino per la parte di John Milton.
1. L’opera di Coppola divenne il primo sequel della storia a vincere l’Oscar come miglior film. Nel 2004 lo seguì a che “Il Signore degli Anelli – Il ritorno del re”. Vinse anche gli Oscar per regia, sceneggiatura non originale, attore non protagonista, scenografia e colonna sonora.
2. La Paramount chiese a Coppola di dirigere questo sequel ma lui spinse per lasciare la regia a Martin Scorsese, dopo dei dissapori con la produzione durante il primo film. Alla fine accettò di girarlo a patto che potesse raccontare anche la storia di Don Vito da giovane in parallelo a quella di Michael Corleone. Storia raccontata nel libro di Mario Puzo ma tralasciata nel primo film.
3. Secondo la stesura originale della sceneggiatura, il film doveva concludersi con una scena ambientata nel 1968 nella villa sul lago Tahoe in cui un diabetico Michael Corleone di mezz’età parla con il figlio Anthony, ormai diciottenne, che gli dice che non seguirà le sue orme. Però Francis Ford Coppola non riuscì a terminare le riprese di questa scena e decise di eliminarla dalla sceneggiatura, usandola anni dopo come base per scrivere la storia de “Il padrino – Parte III”.
4. Con 200 minuti di durata è il film più lungo della trilogia e quello più premiato.
5. Coppola scelse De Niro per la parte di Vito da giovane, perché aveva apprezzato il suo provino per la parte di Santino nel primo film, poi andata a James Caan.
6. Per prepararsi al ruolo prima dell’inizio delle riprese, De Niro passò sei mesi nella zona di Corleone, in Sicilia, per imparare il siciliano. Nella versione originale del film, De Niro recita in italiano con spiccato accento siculo.
7. Il personaggio di Frankie Pentangeli fu creato dopo il rifiuto di Richard Castellano di tornare nei panni di Peter Clemenza, perché non voleva riprendere venti chili di peso che aveva perso per problemi di salute. Clemenza da giovane è interpretato da Bruno Kirby.
8. Nella scena in cui Michael ricorda il compleanno del padre in cui annuncia la sua prossima partenza per la guerra, James Caan tornò a recitare brevemente la parte di Sonny ma pretese di essere pagato con la stessa somma ricevuta per il primo film, mentre Brando rifiutò per dissapori con la Paramount.
9. Al Pacino consigliò a Coppola di affidare la parte di Hyman Roth a Lee Strasberg, il suo maestro di recitazione all’Actor’s Studio.
10. Sofia Coppola, figlia del regista, interpretò una piccola immigrata clandestina nella stessa nave che porta Vito Corleone a New York. Sofia appena nata era già apparsa nella scena finale del primo film, come Michael Francis Rizzi, il figlio di Connie al suo battesimo.
11. Le scene ambientate a Cuba vennero girate a Santo Domingo e li Al Pacino si ammalò di polmonite fermando le riprese per un mese.
12. Le scene del passato di Vito Corleone ambientate nel comune di Corleone furono girate in realtà a Forza d’Agrò, a Savoca, a Graniti, a Motta Camastra ed a Regalbuto, in provincia di Messina ed Enna. Le scene dello sbarco a Ellis Island, con i controlli sanitari degli immigrati, sono state girate nella Vecchia Pescheria della città di Trieste.
13. Coppola voleva girare le scene nella vera Little Italy ma la produzione fu categorica nel ricostruire tutto in studio per motivi di budget.
14. Francis Ford Coppola ritirò l’oscar di Robert De Niro perché in quel momento impegnato in Italia nelle riprese di “Novecento”.
15. Marlon Brando e Robert De Niro per tantissimo tempo sono stati gli unici attori a vincere l’Oscar per lo stesso ruolo. Brando come protagonista nel primo film e De Niro come non protagonista nel secondo.
16. A differenza de “Il Padrino” e de “Il Padrino – Parte III”, questo secondo capitolo fu vietato ai minori di quattordici anni.
17. Coppola ha anche realizzato negli anni 70 “Godfather Saga 1901 – 1959”, il film montato in ordine cronologico dei primi due capitoli della saga.
18. Nel 1992 solo per il mercato VHS (cinque cassette) fu fatta un ulteriore versione cronologica, “Godfather Trilogy 1901-1980”, comprendente anche la Parte III, con scene inedite, per una durata complessiva di 583 minuti.
19. Nel 1993, “Il Padrino – Parte II” è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
20. Nonostante il successo di critica e agli Oscar, il film non ebbe lo stesso successo al botteghino del primo film, soprattutto negli Stati Uniti.
Joe Pistone è un ex agente dell’FBI che ha svolto un ruolo importante nella lotta contro la mafia americana, in particolare contro la famiglia criminale Bonanno.
Nato a Erie, in Pennsylvania, nel 1939, Pistone si è unito all’FBI nel 1969 e ha lavorato principalmente nell’ambito delle indagini sulla criminalità organizzata. Nel 1976, ha proposto di infiltrarsi nella mafia sotto copertura per raccogliere informazioni sulle attività criminali della famiglia Bonanno.
Pistone ha creato l’alias “Donnie Brasco” e ha trascorso i successivi sei anni della sua vita infiltrandosi tra i membri della famiglia Bonanno. Ha lavorato come criminale e ha partecipato a numerosi crimini, incluso il traffico di droga e il furto di camion.
Grazie alle informazioni raccolte da Pistone, l’FBI è stata in grado di arrestare più di 100 membri della famiglia Bonanno e di mettere fine a molte delle loro attività criminali. La sua operazione è stata descritta come una delle più efficaci nella storia della lotta contro la mafia negli Stati Uniti.
Tuttavia, la vita di Pistone è stata messa in pericolo durante la sua operazione sotto copertura e ha dovuto vivere per anni sotto protezione della polizia. Ha scritto un libro intitolato “Donnie Brasco: My Undercover Life in the Mafia”, che è stato poi adattato nel film omonimo del 1997 con Johnny Depp nei panni di Pistone.
Ai tempi venne messa una taglia di 500.000 dollari sulla testa di Pistone da parte della malavita, ma si dice che ad oggi non sia più valida. Joe viaggia sempre sotto falso nome e non può avvicinarsi a New York, New Jersey e Atlantic City, ma comunque rispetto ad anni prima conduce una vita abbastanza tranquilla dando conferenze sulla sua esperienza e fornendo consulenza a organizzazioni anti-mafia. La sua operazione sotto copertura rimane una delle storie più interessanti e impressionanti della lotta contro la mafia negli Stati Uniti.
Il 30 agosto 1981 Benjamin Ruggiero, interpretato nel film da Al Pacino, venne arrestato mentre andava ad un incontro in cui probabilmente sarebbe stato assassinato. Si rifiutò di entrare a far parte del Programma protezione testimoni e venne condannato a 20 anni di galera, ma venne rilasciato dopo 11 anni perché malato di cancro ai polmoni e ai testicoli. Morì di cancro il 24 novembre 1994.
Il film di Mike Newell ebbe un buon successo con 125 milioni di dollari di incasso a fronte di un budget di 35. Venne candidato anche all’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale.
La celebre frase “Che te lo dico a fare?” (Forget about it!) è stata nominata dall’American Film Institute tra le 100 migliori citazioni cinematografiche di tutti i tempi.
1. Per la celebre scena del biliardo Al Pacino si preparò per un mese in Nevada con dei giocatori professionisti.
2. Il film si basa sui romanzi “Carlito’s Way” e “After Hours” di Edwin Torres, giudice della Corte Suprema di New York.
3. Pacino e la coprotagonista Penelope Ann Miller ebbero una relazione clandestina durante le riprese del film. Al a quel tempo faceva coppia con Lyndall Hobbs.
1. Il film è un remake con molte differenze del film omonimo del 1932 di Howard Hawks, anche se li il tutto era ambientato a Chicago e non a Miami.
2. Il primo attore contattato per il ruolo di Tony Montana fu Robert De Niro che decise di declinare e girare “Re per una notte” con Scorsese.
3. Il film è ambientato a Miami ma fu girato per lo più a Los Angeles perché l’ente per il turismo della Florida era impaurito di un possibile calo di turisti, visto il modo in cui gli immigrati cubani venivano dipinti, come gangster o spacciatori.
1. Heat è parzialmente ispirato alla vera figura del poliziotto di Chicago Chuck Adamson e al criminale Neil McCauley, il cui nome è stato utilizzato per il personaggio interpretato da Robert De Niro.
2. De Niro e Pacino recitano per la prima volta insieme. Infatti i due sono presenti entrambi ne “Il Padrino – Parte II” ma li non condividevano mai una scena.
3. La scritta sul lato del camion nella scena iniziale del film, “RAJA”, ha un legame personale con il regista Michael Mann, infatti ogni lettera è una iniziale dei nomi delle sue quattro figlie. Una di loro, Ami, ha lavorato nel film come regista della seconda unità.
1. Robert De Niro fece il provino per il ruolo di Sonny, alla fine venne preso Caan, che in realtà si era presentato per la parte di Michael… andata al praticamente sconosciuto Al Pacino.
2. La parola Mafia non viene mai pronunciata, perché la vera mafia chiese agli sceneggiatori di eliminarla dallo script.
3. La testa decapitata del cavallo era vera… e anche la reazione di John Marley che ne era allo scuro.