Recensione: “Deadpool e Wolverine” (2024)

“Sono il Gesù della Marvel”… da quando abbiamo sentito pronunciare queste parole da Deadpool nel trailer, sono partite le più grandi teorie mai viste sulla trama di questo lungometraggio, arrivando a pensare che Wade Wilson potesse salvare per davvero il multiverso, e la Marvel dai flop degli ultimi anni… e invece il buon vecchio mercenario chiacchierone ci ha fregato ancora tutti con un buddy movie, in coppia con Wolverine, lineare, divertente, sboccato e violento… e vi dirò a me va bene anche così!

Questo film sulla carta è Marvel ma in realtà è come se fosse l’ultimo della Fox ed è un lungo omaggio a tutti film prodotti in questi anni (vedi le scene backstage durante i titoli di coda) e così ho davvero apprezzato l’inserimento di personaggi come Elektra, Blade, Gambit (interpretato da Channing Tatum dopo che il suo film sul personaggio degli X-Men venne cancellato) e X-23, creando una delle squadre più improbabili che mai avrei immaginato. Ma poi ammettiamolo, Chris Evans che torna nella vesti della Torcia Umana, con una scena esilarante, è geniale, come il cameo di Harry Cavill come variante di Wolverine, visti i rumor che lo volevano come nuovo Logan.

Alla fine Deadpool è sempre lui, sboccato, irriverente, sopra le righe, tanto che a volte anche il pubblico in sala si stufa delle sue esagerazioni, ma a quel punto arriva Wolverine che con poche parole esterna quello che stiamo pensando anche noi del personaggio interpretato sempre in modo egregio da un Ryan Reynolds, che ormai è talmente un tutt’uno con il ruolo che produce, coordina, decide e scrive anche le sceneggiature e arriva anche ad inserire sua moglie Blake Lively, e due dei suoi figli come Ladypool, Kidpool e Babypool (ma questo lo scopriamo solo leggendo i titoli di coda, come anche che sotto la maschera di Cowboypool c’è Matthew McConaughey).

Posso capire che ci sarà chi sarà deluso, che si aspettava una trama più vicina al mondo Marvel e che magari il villain di turno avesse fatto chissà che cosa di mirabolante, anche se Cassandra Nova non è affatto male, sperando che non sparisca davvero così in fretta e che possa incontrare suo fratello Xavier, ma alla fine davvero pensavamo che un film di Deadpool potesse avere la forza di cambiare questo trend negativo Marvel post “Endgame”? Io non ci ho mai creduto, ma invece pensavo di passare due ore divertendomi e cercando easter eggs sparsi nel film e per questo sono uscito soddisfatto e leggero, e ammetto che ho anche apprezzato il non abuso di cameo di altri attori, perché questo è “Deadpool e Wolverine” e non “Deadpool e i centinaia di cameo”.

Parlando proprio di Wolverine è ovvio che la prima cosa che si ricorderà è la messa in scena del mitico costume dopo più di vent’anni dalla sua prima apparizione ma quando poi vedi il cappuccio l’eccitazione va a mille! Poi ammettiamolo, io sono il primo che sperava che Hugh Jackman avesse chiuso con il bellissimo e struggente “Logan” (2017) e infatti in questo film non è che lasci chissà quale segno come personaggio e i momenti un po’ più morti nella pellicola sono quando resta solo, però in fondo è come un vecchio amico a cui si vuole bene e che rivedi con piacere, e a parte l’altezza, è anche molto vicino al Wolverine dei fumetti caratterialmente e quando tira fuori la bestia che è in lui.

Felice che la Disney abbia lasciato totale libertà al team creativo del film, senza mettere paletti a linguaggio e violenza, perché se no sarebbe stato ridicolo e senza senso, e ovviamente ora attendo di vedere come verrà utilizzato il personaggio nel mondo Marvel, dopo questo film di passaggio, che sarà sempre un piacere vedere, ma che di certo non lascia un segno indelebile, come magari era stato il primo nel 2016; ma ammettiamo che non vediamo l’ora di vedere altre entrate in scena come in questo film sulle note degli NSYNC, perché valgono già il prezzo del biglietto. E staremo vedere se davvero Hugh Jackman continuerà a sfoderare gli artigli fino a 90 anni!

/ 12 Curiosità sulla serie Tv “L’incredibile Hulk”

1. Kenneth Johnson (creatore della Donna Bionica) fu incaricato di realizzare una serie sul noto personaggio Marvel, ma non essendo amante dei fumetti, non ne era convinto. Gli venne l’ispirazione mentre leggeva “I Miserabili” e così iniziò a scrivere una sceneggiatura molto diversa rispetto alle storie fumettistiche.

2. Richard Kiel (“Squalo” nei film di James Bond) girò il primo episodio pilota nel ruolo di Hulk ma poi venne sostituito perché poco massiccio fisicamente. Venne considerato Arnold Schwarzenegger per la parte ma poi venne ingaggiato il bodybuilder Lou Ferrigno perché alto quasi due metri.

3. I versi che emette Hulk sono forniti da un altro attore, Ted Cassidy (Lurch della serie La Famiglia Addams) lo stesso che funge anche da narratore dei titoli di testa. Alla sua morte nel 1979, venne sostituito da Charles Napier – anche guest di alcuni episodi – per le tre stagioni successive e i tre film.

4. Bill Bixby fu sempre la prima scelta per la parte del Dottor Banner. Non era convinto del ruolo ma cambiò idea dopo aver letto la sceneggiatura dell’episodio pilota.

5. A differenza del fumetto Banner si chiama David e non Bruce, per allontanarsi ancora di più dal personaggio originale e anche perché secondo Kenneth Johnson, Bruce non era un nome molto virile…

6. Il giornalista Jack McGee, che da la caccia a Banner/Hulk, è modellato sul personaggio di Javert de “I miserabili”.

7. Stan Lee e Jack Kirby, i creatori di Hulk per la Marvel Comics, hanno entrambi fatto apparizioni cameo nella serie. Il cameo di Kirby era nell’episodio della seconda stagione “No Escape”, mentre Lee è apparso come un membro della giuria in “Processo all’incredibile Hulk” (il film TV post-serie del 1989).

8.  Il processo di trucco utilizzato per trasformare Ferrigno in Hulk durava tre ore. Le lenti a contatto rigide che Ferrigno indossava per simulare gli occhi verde elettrico di Hulk dovevano essere rimosse ogni 15 minuti perché trovava doloroso indossarle fisicamente. La parrucca verde che indossava nella parte di Hulk era fatta di peli di Yak.

9. Joe Harnell ha composto la colonna sonora della serie, di cui è impossibile dimenticare il tema principale, “The Lonely Man”. La triste melodia di pianoforte solista, che passava durante i titoli di coda mentre David Banner faceva l’autostop.

10. La serie chiuse dopo cinque stagioni e 81 episodi. Vennero poi realizzati tre film per la Tv: “La rivincita dell’incredibile Hulk” (1988), “Processo all’incredibile Hulk” (1989) e “La morte dell’incredibile Hulk” (1990).

Stan Lee con Thor e Hulk sul set de “La rivincita dell’incredibile Hulk”

11. Venne messo in preproduzione il film “Revenge of the Incredible Hulk” con la presenza di Iron Man e She-Hulk, per poi far partire una serie televisiva per entrambi i personaggi. La morte di Bill Bixby nel 1993 per un tumore alla prostata bloccò tutto.

12. La serie oltre al successo di pubblico vinse anche due Primetime Emmy Awards.

Recensione: “Doctor Strange nel Multiverso della Follia”

Quando ho sentito che un regista già affermato e con un background ben preciso come Sam Raimi avrebbe preso il timone di un film Marvel, dove la libertà di manovra è praticamente impossibile, ero davvero incuriosito ma anche preoccupato che il suo nome risultasse solo come regista ma che non ci fosse in realtà nulla del suo stile… e invece alla fine sono rimasto decisamente sorpreso e spiazzato!

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