Recensione: La Fiera delle Illusioni (2021)

Ho visto finalmente l’ultimo film di Guillermo del Toro, candidato a 4 premi Oscar: “La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley”

La storia racconta di un uomo senza passato (Bradley Cooper) che si unisce per caso ad un Luna Park itinerante a fine anni 30. Qui apprende da ognuno degli artisti qualcosa di importante, nel bene e nel male, ma soprattutto l’arte del mentalismo, che farà sua e userà negli anni a venire nei suoi spettacoli nell’alta società, raggirando e imbrogliando persone dall’animo fragile o che hanno perso una persona cara, ma questo provocherà conseguenze inimmaginabili per tutti… soprattutto per lui.

Questo secondo adattamento del libro “Nightmare Alley” (1946), il primo era del 1947 con Tyrone Power come protagonista, a me è piaciuto molto. Non di certo il lavoro migliore di del Toro (per me rimane sempre “Il Labirinto del fauno”) ma di certo la sua mano si vede eccome. Infatti la regia è strepitosa, sorretta da una fotografia splendida che sembra uscita davvero da quell’epoca. Poi del Toro come sempre riesce a prendere storie classiche da film minori o b-movie e a renderle perfette per il grande pubblico, e quando ci sono di mezzo i Freak allora lui è nel suo mondo e da il meglio.

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/ MAID (10 Puntate – Netflix)

Inizio subito col dire che “Maid” è davvero una serie bellissima che mi ha colpito profondamente.

Tratta dal memoir di Stephanie Land: “Domestica: Lavoro duro, Paga Bassa, e la voglia di sopravvivere di una Madre“. La storia racconta della giovane Alex, madre di una bimba di tre anni, che fugge dal compagno e deve provare a sopravvivere in ogni modo.

Una storia che sembra come tante ma invece ‘Maid” riesce in 10 puntate a farci percepire le mille difficoltà che prova la protagonista, schiacciata da una burocrazia che non la aiuta in nessun modo ma soprattutto succube di una società in cui se non hai segni visibili addosso, non puoi definirti vittima di violenza. Ma la violenza psicologica che subisce Alex da parte del compagno è la stessa di milioni di persone che spesso non denunciano perché non possono dimostrare nulla di concreto.

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RECENSIONE: tick, tick… BOOM! (2021)

Jonathan Larson è stato un compositore e drammaturgo, autore del capolavoro musical “RENT” (rimasto in cartellone per 12 anni a Broadway)
Vincitore di due Tony Award (Oscar teatrale) e un premio pulitzer per la drammaturgia.
Ma Jonathan questo non lo ha mai saputo, perché è morto a pochi giorni dal compiere 36 anni per una dissezione aortica, il 25 Gennaio 1996… il giorno della premiere di “RENT”.

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RECENSIONE: Matrix Resurrections (2021)

Classificazione: 2 su 5.

La prima cosa che ho pensato durante la visione di “Matrix Resurrections” è… “PERCHÉ”!?!
Perché completamente fuori tempo massimo è stato realizzato questo quarto episodio?
Una saga che si era aperta con un film epocale e rivoluzionario e poi già si era persa un po’ per strada ma almeno si era chiusa con un senso logico.
Ma qui tutto ruota praticamente solo su un grosso effetto nostalgia, che mi può stare anche bene quando si torna nei luoghi del passato ma che mi inca#zare da morire quando si usano continuamente scene dei vecchi film e qui ne è pieno zeppo.
Una trama che parte anche bene e che sembra coinvolgere ma alla lunga diventa davvero infinitamente noiosa.
Magari giusto nel finale si riprende.
Il look di Reeves è destabilizzante perché sembra davvero di vedere un crossover con John Wick in Matrix.
Bastava poco per renderlo giusto.
Bello certo ritrovare certi personaggi (Trinty su tutti) ma senza Fishburne e Weaving manca davvero la spina dorsale della saga e con loro anche delle grandi interpretazioni.
Perché qui ho trovato davvero poco pathos ed espressività da parte di tutti.
Una bella confezione patinata e poco altro.
Peccato.