20 curiosità sul cult “C’era una volta in America” (1984)

1. Il film è tratto dal libro “The Hoods” (1952) scritto da Harry Grey, pseudonimo dell’ex criminale Herschel Goldberg.

2. Questo è il film di debutto per Jennifer Connelly nei panni di Deborah da ragazzina. Girò le sue parti quando aveva meno di dodici anni.

3. Questo è il terzo capitolo della cosiddetta trilogia del tempo di Sergio Leone. Preceduto da “C’era una volta il West” (1968) e “Giù la testa” (1971).

4. Dopo l’uscita di “Giù la testa” (1971) Leone iniziò a scrivere qualcosa per un possibile gangster movie ma solo dopo molti anni e la lettura di “The Hoods” capì di aver trovato finalmente la storia giusta da raccontare. Si avvalse della collaborazione di ben cinque sceneggiatori per completare l’opera.

5. Joe Pesci si propose per il ruolo di Max Bercovicz ma i provini non piacquero a Leone e così gli chiese di interpretare Frankie Monaldi. La parte di Monaldi era molto più ampia ma nel montaggio finale venne ampiamente tagliata. La parte di Max andò così a James Woods, sotto suggerimento di De Niro, ma Leone si decise di dargli la parte solo all’ultimo giorno di casting.

6. De Niro per preparare e perfezionare al meglio il personaggio di Noodles chiese di incontrare ripetutamente il vero boss malavitoso Meyer Lansky, non ottenendo mai una risposta positiva.

7. Claudia Cardinale si propose per la parte di Carol ma Leone alla fine preferì cercare un’attrice meno famosa e ingaggiò Tuesday Welt.

8. Per le parti dei protagonisti da ragazzini Leone si affidò a dei giovani debuttanti selezionati tramite audizioni: tutti questi ragazzi erano praticamente all’inizio della loro carriera. Tra loro solo Brian Bloom (il giovane Patsy) continuò la carriera di attore, mentre gli altri dopo qualche progetto hanno cambiato mestiere.

9. Romina Power era in lizza per la parte di Deborah più adulta. Alla fine il ruolo andò a Elizabeth Mcgovern che era molto giovane ai tempi (diciotto anni in meno di De Niro), perché Leone voleva che il tempo per lei si fosse come fermato rispetto agli altri.

10. Sergio Leone volle dei veri musicisti che suonassero davvero durante le scene girate nello speakeasy di Moe: per questo ingaggiò dei noti jazzisti romani, Roberto Nicolai (tromba), Nunzio Giuliani (batteria), Gianni Sanjust (clarinetto), Dario Iori (banjo), Ole Jorgensen (percussioni) e Alex Serra (voce).

11. Leone girò il film in dieci mesi fra: Brooklyn, Bronx, New Jersey, Florida, Québec (Canada), Parigi, Cinecittà a Roma fino ad arrivare a Venezia per la scena al ristorante fra Noodles e Deborah all’Hotel Excelsior.

12. Leone commissionò la colonna sonora ad Ennio Morricone con così largo anticipo che veniva ascoltata sul set (non nella sua versione definitiva orchestrata) durante le riprese.

13. Negli Stati Uniti il film fu flop colossale (5 milioni di incasso) perché il produttore Arnon Milchan ne fece uscire una versione di soli 139 minuti, a differenza di quella uscita nel resto del mondo di 229 minuti.

14. Leone aveva per le mani dieci ore di materiale e inizialmente aveva deciso di far uscire il film in due parti da tre ore ciascuna. Alla fine tagliò fino a 269 minuti, per poi sotto pressione della produzione arrivare ai 229 minuti ufficiali.

15. Nel 2012 i figli di Leone hanno comprato i diritti del film per l’Italia e l’hanno fatto restaurare alla Cineteca di Bologna, facendo aggiungere diverse scene tagliate, arrivando così a 251 minuti di durata. Nel 2012 questa versione venne proiettata a Cannes sotto gli occhi di De Niro, Woods, Ennio Morricone, Jennifer Connelly e Elizabeth Mcgovern, per poi passare anche in un numero limitato di cinema.

16. In una delle scene tagliate e presenti nella director’s cut c’è un dialogo fra Noodles e la direttrice del cimitero, interpretata da Louise Fletcher, premio Oscar per “Qualcuno volò sul nido del cuculo”.

17. Il giovane attore che interpretava Noodles disse in seguito che nessun collaboratore del regista parlava inglese e che pure Leone diceva poco o nulla.

18. James Woods non amava il metodo di lavoro di De Niro, arrivando a dire che quel tipo di recitazione insegnata all’Actors Studio stava rovinando il cinema da quarant’anni.

19. Si dice che De Niro stesse per declinare la parte di Noodles perché Leone gli avrebbe orinato sulla sua tavoletta del Water, il giorno in cui lo aveva invitato nella sua stanza d’albergo per parlare del film. Fu il produttore Milchan a dover mediare fra i due e far tornare l’armonia.

20. I fan si dividono ancora oggi sul fatto che il film sia o no tutta un’allucinazione di Noodles nella fumeria d’oppio… non lo sapremo mai…

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