/ MAID (10 Puntate – Netflix)

Inizio subito col dire che “Maid” è davvero una serie bellissima che mi ha colpito profondamente.

Tratta dal memoir di Stephanie Land: “Domestica: Lavoro duro, Paga Bassa, e la voglia di sopravvivere di una Madre“. La storia racconta della giovane Alex, madre di una bimba di tre anni, che fugge dal compagno e deve provare a sopravvivere in ogni modo.

Una storia che sembra come tante ma invece ‘Maid” riesce in 10 puntate a farci percepire le mille difficoltà che prova la protagonista, schiacciata da una burocrazia che non la aiuta in nessun modo ma soprattutto succube di una società in cui se non hai segni visibili addosso, non puoi definirti vittima di violenza. Ma la violenza psicologica che subisce Alex da parte del compagno è la stessa di milioni di persone che spesso non denunciano perché non possono dimostrare nulla di concreto.

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RECENSIONE: Il Potere del Cane (2021)

Non sapevo assolutamente nulla di questo film.
A parte il cast di prim’ordine e la regia di Jane Campion.
Poi ovviamente mi sono incuriosito dopo aver visto che è stato nominato a 7 Golden Globe (Ne ha vinti 3 ieri:”Film Drammatico, Regia e Attore non protagonista”) e che la Campion si è portata a casa il premio per la regia a Venezia.
Al primo impatto pensavo di trovarmi davanti un classico western e invece è davvero tutt’altro.
Un’opera che scava nell’animo umano di ogni personaggio e che mette in risalto le loro forze e debolezze.
Il personaggio interpretato da Benedict Cumberbatch (sempre straordinario) si mostra al mondo in un modo ma dentro di sé ha una terribile battaglia interiore su quello che è realmente.
Un grande plauso anche a una Kirsten Dunst davvero convincente nel ruolo di una madre che sta piano piano scivolando dentro ad un abisso, e a Kodi Smit-McPhee.
La sua parte è davvero quella con più sfaccettature e che ci fa rivalutare completamente la trama del film diverse volte durante la visione.
Penso che questi tre attori possano avere grandi possibilità per gli Oscar di quest’anno come la Campion per la regia.
Una regia fatta di grandi spazi aperti e poi subito dopo inquadrature ravvicinate e intime.
Un film difficile, di certo non per tutti, che alla fine lascia davvero un segno a chi è riuscito a coglierne i significati.